Il molisano Giovanni Paura ha soli 23 anni ha già le idee chiare su come deve essere la sua musica. Dopo alcuni singoli pubblicati con uno pseudonimo, infatti, il giovane artista molisano si ripresenta al pubblico con il proprio nome di battesimo e con il nuovo singolo “Cleopatra” (Baldoria Edizioni Musicali), con il quale prende le distanze dal passato ed inizia a delineare il futuro che verrà. Per noi questa è l’occasione giusta per conoscerlo e scambiarci quattro chiacchiere.
Ciao Giovanni, benvenuto su UGP! Partiamo da te: racconta ai nostri lettori chi sei e quando capisci che la musica è la tua strada.
– Ciao a tutti, sono Giovanni Paura, ragazzo molisano classe ’99… ah, scrivo canzoni. Penso che la musica sia entrata in modo così profondo e viscerale nella mia vita che non c’è mai stato un periodo in cui ho capito che fosse la mia strada perchè, in fondo, l’ho sempre saputo.
Hai recentemente pubblicato il singolo Cleopatra. Un passo importante per la tua carriera e con il quale spingi il tuo sound su territori non solamente rap. Come è nato questo brano?
– Sono artisticamente nato con la musica rap ma ho sempre sentito il bisogno di sperimentare stili diversi per esprimermi al meglio. Il brano nasce nel 2020 durante la prima quarantena; avevo appena subito una grave batosta sentimentale e una sera, girando su youtube, ho trovato questo type beat funk ed è stato amore a prima vista. In qualche ora è nato il pezzo. Appena l’ho ricantata ho pensato tra me e me “ma questa è una hit”, soprattutto per il ritornello. In questi anni il pezzo ha subito moltissime modifiche, Nicola (produttore del pezzo) e io abbiamo fatto in modo che il pezzo suonasse nel miglior modo possibile e dopo ormai due anni, e dopo innumerevoli peripezie, possiamo dire di esserci riusciti, ma l’ultima parola starà a voi.
Cleopatra è indubbiamente un brano generazionale, nel quale tratti il tema dell’amore giovanile, tra aspettative e paura di deludere. Quanto c’è di autobiografico nel testo?
– Tutto. Ma quando dico tutto parlo veramente di ogni dettaglio: dalla descrizione fisica della ragazza alle sensazioni che provavo al suo cospetto. Penso che se una canzone, o un testo in generale, comprendano episodi personale e situazioni vissute arrivino in un modo diverso all’ascoltatore, più diretto, perchè in questo modo ci si può rispecchiare nell’esperienza altrui e trovare automaticamente una valvola di sfogo e una comprensione esterna.
Più in generale, dove trovi gli spunti e le idee per scrivere?
– Ogni cosa può essere uno spunto per una futura idea. Uno sguardo con una ragazza in stazione, un tramonto estremamente bello, un paesaggio suggestivo. Io, personalmente, parlo sempre della mia vita e di esperienze che ho sperimentato direttamente, ma ogni stimolo esterno può essere una chiave per rendere ogni cosa più poetica e oniricamente valida.
C’è qualche artista che, più degli altri, ti sta influenzando in questo periodo?
– Per quanto riguarda i miei ascolti sono sempre stato molto particolare. Sono cresciuto ascoltando i grandi cantautori italiani, Lucio Battisti su tutti e, andando avanti con l’età, mi sono interfacciato al mondo hip hop e quindi alla musica rap. Uno degli artisti che maggiormente ha influito sulla mia crescita artistica è sicuramente Mac Miller (ho pianto quando è venuto a mancare), per il suo essere un rapper ma comunque cercare soluzioni musicali particolari e vicine ad ogni tipo di ascolto. Se dovessi dire in questo periodo chi mi sta influenzando di più a livello musicale farei sicuramente i nomi di: Liberato, Achille Lauro, Lizzo e FKA Twigs.
Dopo Cleopatra cosa dobbiamo aspettarci da te? Hai già altra musica pronta per essere pubblicata?
– Musica pronta per essere pubblicata c’è. Stiamo solo aspettando il momento giusto e stiamo lavorando al meglio per fornire all’ascoltatore un prodotto che suoni nel modo migliore possibile. Per quanto riguarda cosa aspettarsi da me? Niente e tutto.