Poco prima della pausa Sanremese abbiamo ricevuto in redazione un disco particolare, già dal titolo. “Maramao”, questo il nome dell’opera dell’artista Matteo Ferrari, che ci ha immediatamente riportato alla memoria ricordi lontani, quasi dimenticati. Già, perché per chi non lo sapesse – in tutta probabilità i più giovani tra voi lettori di UGP – quella parola strana rimanda ad un brano della tradizione canora italiana, per la precisione “Maramao perché sei morto” del Trio Lescano. Rimando assolutamente non casuale dato che il lavoro è una raccolta di cover di brani tutti composti tra il 1930 ed il 1940. Il motivo di questa particolare scelta progettuale risiede nel fatto che Matteo Ferrari, prima di essere cantante ed interprete, è un artista teatrale, più precisamene di Musical Theater, e da alcuni anni si sta esibendo in tutta Italia proprio con un suo spettacolo nel quale interpreta piano e voce le canzoni di “Maramao”. Possiamo quindi considerare questo disco come una vera colonna sonora. Questo è assolutamente fondamentale per capire il senso del lavoro, che altrimenti potrebbe risultare qualche cosa di fine a se stesso, oppure un progetto dettato dalla pura volontà artistica di Matteo Ferrari. Perché in “Maramao” le cover sono assolutamente fedeli all’originale, senza stravolgimenti o attualizzazioni. E dobbiamo dire che, per quello che ci riguarda, una cover ha senso nel presente se stravolta, se resa unica senza violentarne la natura originaria. Ma come abbiamo spiegato qualche riga sopra, Matteo Ferrari a queste dinamiche non è interessato. Il suo interesse è chiaramente e orgogliosamente rivolto agli anni addietro, a ciò che è stato, anche artisticamente, e che non sarà più, se non attraverso progetti come il suo. Ciò che invece non ha bisogno di spiegazioni è la voce di Matteo Ferrari, la tecnica che l’artista padroneggia con sicurezza, la sua fortissima capacità interpretativa. Una cosa che un secolo fa era all’ordine del giorno ma che oggi sembra una chimera – ed il palco di Sanremo ce l’ha ampiamente dimostrato. A noi questo talento piacerebbe molto vederlo all’opera anche sul del materiale originale. Chissà se nel futuro di Matteo Ferrari sono già state scritte canzoni apposta per lui.

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